Come lanciare la tua attività con il personal branding
Disclaimer
Questo articolo utilizza il Tripoli Mojito Time e Luca Corsi come esempio ipotetico per illustrare il concetto di personal branding applicato a un locale. Non collaboro con Luca né con il suo locale e le strategie presentate sono frutto di mie osservazioni e ipotesi personali.
Dal Tripoli Mojito Time al personal branding: come far brillare il tuo locale (e il tuo perché)
Luca Corsi, titolare del Tripoli Mojito Time, probabilmente non ci ha mai nemmeno pensato, ma il suo personal branding è già una parte fondamentale del successo del suo locale. Quando i clienti scelgono il Tripoli Mojito Time per un aperitivo o un apericena, non stanno optando solo per degli ottimi mojito, ma stanno scegliendo un’esperienza: l’atmosfera, l’accoglienza, la cura che Luca e il suo team dedicano a ogni dettaglio.
Le aziende, soprattutto quelle a misura d’uomo come un locale, sono fatte dalle persone che le guidano. E le persone scelgono persone: quelle che percepiscono come accoglienti, competenti e in grado di offrire qualcosa di unico. Quando questo legame manca, spesso finiamo per scegliere solo in base al prezzo.
Ecco perché (anche se forse non lo sa!) Luca sta già facendo personal branding. Ogni gesto, ogni racconto sul suo locale contribuisce a costruire una percezione che va ben oltre i cocktail e i finger food. Ma cosa accadrebbe se questa presenza diventasse consapevole? Se il perché di Luca fosse messo al centro di una strategia chiara e ben definita?
1. Cos’è la strategia di personal branding e perché è fondamentale
Il personal branding è la gestione consapevole della propria immagine e reputazione, con l’obiettivo di raggiungere traguardi chiari, personali o professionali. Per un locale come il Tripoli Mojito Time, significa raccontare chi c’è dietro al bancone, perché quel luogo è speciale e cosa lo rende diverso dagli altri.
Quando pensiamo al Tripoli, non ci viene in mente solo il mojito. Pensiamo a Luca: la sua passione per i cocktail, la cura nell’accogliere ogni cliente e all’atmosfera che si respira nel suo locale. Questo è personal branding! Non riguarda solo ciò che fai, ma come e perché lo fai.
1.1. Strategia vs. Tattica: una differenza fondamentale
Per comunicare tutto questo in modo efficace, è essenziale distinguere tra strategia e tattica:
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- Strategia: è la visione a lungo termine, il piano generale che guida tutte le decisioni. Ad esempio, la strategia di Luca potrebbe essere: “Diventare il punto di riferimento per gli aperitivi a Marina di Massa, offrendo un’esperienza che combina qualità, passione e convivialità.”
- Tattica: sono le azioni concrete e quotidiane che mettono in pratica la strategia. Ad esempio, organizzare serate a tema, condividere contenuti sui social o lanciare una promozione speciale per il mojito della settimana.
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1.2. Perché la strategia è fondamentale per un locale come il Tripoli Mojito Time?
Senza una strategia chiara, ogni azione rischia di essere scollegata, un tentativo isolato che potrebbe non portare risultati concreti. Al contrario, una strategia ben definita permette di:
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- Comunicare un’identità chiara e memorabile.
- Differenziarsi dalla concorrenza, anche quando offre prodotti simili a prezzi più bassi.
- Creare una connessione autentica con i clienti, trasformandoli in ambasciatori del locale.
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Se ogni post sui social, ogni evento o promozione fosse allineato con il perché di Luca e con la visione del Tripoli Mojito Time, ogni azione rafforzerebbe il messaggio chiave, costruendo un’identità forte e riconoscibile.
2. Il punto di partenza: il tuo “perché”
Tutto parte da una domanda fondamentale: Perché hai scelto di fare quello che fai?
Il perché è il cuore di ogni strategia di personal branding, e non riguarda solo il prodotto o il servizio che offri, ma il significato che ci sta dietro. Per un locale come il Tripoli, il perché potrebbe rappresentare il desideri di offrire più di un semplice cocktail: un’esperienza che le persone vogliono vivere e ricordare.
2.1. Il Golden Circle di Simon Sinek: partire dal “perché”
Simon Sinek, nel suo famoso libro “Partire dal perché”, ci insegna che il perché è ciò che distingue un’attività degna di essere ricordata da una che si limita a vendere qualcosa. Il suo modello, il Golden Circle, si basa su tre livelli.
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- Perché: la motivazione profonda dietro ciò che fai
- Come: i metodi che usi per realizzare la tua visione
- Cosa: il prodotto/servizio che offri
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Per il Tripoli, potrei ipotizzare un Golden Circle strutturato all’incirca così:
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- Perché. “Voglio creare un’esperienza di aperitivo che vada oltre il semplice drink, offrendo qualità, accoglienza e un luogo dove le persone possano rilassarsi e stare bene insieme.”
- Come. “Seleziono ingredienti di qualità, creo cocktail originali, finger food da urlo e garantisco un’atmosfera conviviale e accogliente.”
- Cosa. “Offro mojito spettacolari, aperitivi curati e serate a tema che fanno sentire ogni cliente speciale.”
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2.2. Perché è importante definire il “perché”?
Un perché chiaro fa la differenza tra un locale che si limita a servire drink e uno che crea un legame, fidelizzando la clientela. Le persone non scelgono un locale solo per i prodotti (spesso simili a quelli di altri), ma per l’esperienza che vivono e per come le fa sentire.
Definire il perché aiuta a:
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- Orientare ogni decisione, dai contenuti sui social all’organizzazione delle serate
- Creare una connessione emotiva con i clienti
- Trasmettere un messaggio coerente che rafforza l’identità aziendale.
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2.3. Esercizio pratico per Luca (e per te)
Scrivere il proprio perché è un passaggio essenziale. Ecco come farlo:
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- Chiediti: “Cosa mi ha spinto ad avviare la mia attività?”
- Rifletti su: “Cosa voglio che resti impresso ai miei clienti?”
- Scrivi una frase che riassuma il tuo obiettivo principale, qualcosa che vada oltre la semplice vendita di un prodotto/servizio.
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3. Tradurre il “perché” in una strategia concreta e misurabile
Una volta definito il perché, il passo successivo è tradurlo in una strategia concreta. Questo significa creare un piano che comunichi chiaramente il valore unico che la tua attività rappresenta e ti aiuti a raggiungere obiettivi specifici.
3.1. Definire obiettivi strategici
Ogni strategia parte da obiettivi chiari e misurabili. Per il Tripoli Mojito Time, questi obiettivi potrebbero includere:
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- Incrementare la clientela locale: aumentare del 30% il numero di clienti che prenotano un apericena nei prossimi 3 mesi.
- Migliorare la reputazione online: generare 50 nuove recensioni positive su Google in 6 mesi.
- Aumentare la presenza sui social: incrementare l’engagement su Instagram (like, commenti, condivisioni) del 20% entro 3 mesi.
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Definire obiettivi misurabili è essenziale per capire se la strategia sta funzionando e dove è necessario intervenire.
3.2. Allineare il “perché” agli obiettivi personali e professionali
Il perché di Luca potrebbe essere (ipoteticamente): creare un luogo dove i clienti vivano un’esperienza unica di convivialità e qualità. Questo obiettivo personale si traduce in obiettivi professionali come:
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- Creare un’identità forte e riconoscibile per il Tripoli Mojito Time.
- Essere percepito come il punto di riferimento per gli aperitivi a Marina di Massa.
- Offrire un’esperienza che spinga i clienti a tornare e consigliare il locale ad amici e parenti.
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Questo allineamento tra motivazione personale e strategia professionale rende la comunicazione più autentica e coerente.
3.3. Conoscere il pubblico: il punto chiave
Una strategia di successo è costruita attorno a una profonda comprensione del pubblico target. Per il Tripoli, il pubblico potrebbe includere:
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- Massesi: persone che vivono in zona e cercano un locale accogliente e di qualità.
- Turisti: che vogliono vivere un’esperienza unica e scoprire sapori autentici.
- Giovani e professionisti: amanti dei cocktail che cercano un luogo dove rilassarsi e socializzare.
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3.4. Strumenti utili per definire la strategia
Un modo per chiarire i punti di forza e le opportunità del locale è la SWOT analysis:
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- Punti di forza: mojito di alta qualità, atmosfera conviviale, posizione strategica.
- Debolezze: concorrenza locale, potenziale scarsa visibilità online.
- Opportunità: incremento del turismo, collaborazioni con altre realtà locali.
- Minacce: nuovi locali che attirano clienti con prezzi più bassi.
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Questa analisi permette di individuare le aree su cui lavorare e di orientare meglio le azioni strategiche.
Risultato: una strategia su misura
Grazie a questi passaggi, Luca potrebbe costruire una strategia capace di valorizzare il Tripoli, rendendolo unico e riconoscibile.
4. Esempio pratico: costruire una strategia passo dopo passo
Immaginiamo come Luca potrebbe trasformare il Tripoli Mojito Time in un punto di riferimento ancora più forte per aperitivi e apericena a Marina di Massa. Il punto di partenza? Mettere al centro la sua passione e raccontarla attraverso una strategia chiara e azioni ben definite.
- 4.1. Definire il messaggio chiave
Tutto parte dal perché. Anche se io e Luca non ci siamo mai confrontati direttamente, posso ipotizzare che il suo obiettivo, oltre a servire ottimi mojito, sia offrire un’esperienza fatta di gusto, accoglienza e convivialità.
Un messaggio chiave potrebbe essere:
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- Perché: “Voglio che ogni cliente si senta accolto e si goda un momento di relax con cocktail preparati con passione e ingredienti di qualità.”
- Messaggio chiave: “Il Tripoli Mojito Time non è solo un locale: è un’esperienza, un momento da ricordare con chi ami.”
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Questo messaggio dovrebbe guidare ogni sua decisione, rendendo chiaro cosa rende unico il suo locale rispetto agli altri.
4.2. Identificare i canali giusti
Per raccontare al meglio il Tripoli Mojito Time, è fondamentale utilizzare i canali giusti:
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- Instagram e Facebook:
- Pubblicare foto e video che raccontino l’atmosfera del locale e la cura nei dettagli.
- .Google My Business:
- Aggiornare costantemente informazioni come orari, foto e menu. Rispondere con attenzione alle recensioni (positive e negative!), trasformando i feedback in opportunità di miglioramento.
- Instagram e Facebook:
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Trasformare i profili social (Facebook e Instagram) in account creator
Visto che Luca usa molto i suoi profili personali, per promuovere il locale, potrebbe trarre grande vantaggio trasformandoli in account creator, per ottenere diversi vantaggi.
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- Accesso agli Insights: dati dettagliati sul pubblico e sulle performance dei contenuti.
- Gestione dei messaggi ottimizzata: organizzazione dei messaggi privati in cartelle, divisi per priorità.
- Strumenti di promozione: funzionalità per creare campagne pubblicitarie e promuovere post a pagamento.
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4.3. Stabilire obiettivi misurabili
Definire obiettivi chiari aiuta a monitorare i progressi e a valutare il successo della comunicazione. Ecco alcuni esempi concreti:
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- Incrementare del 30% le prenotazioni per apericena nei prossimi 3 mesi.
- Aumentare del 20% l’engagement sui social (like, commenti, condivisioni) entro 3 mesi.
- Ottenere 50 nuove recensioni positive su Google in 6 mesi.
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4.4. Creare un piano d’azione
Ecco come tradurre tutto questo in azioni concrete:
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- Social media: pubblicare post e storie con cadenza regolare (ad esempio tre volte a settimana), alternando contenuti e formati. .
- Eventi a tema: organizzare serate speciali e collaborare con musicisti o artisti locali.
- Promozioni personalizzate: lanciare sconti per chi lascia una recensione o partecipa a contest su Instagram con hashtag dedicati.
- Coinvolgere i clienti: chiedere il loro parere tramite sondaggi o raccogliere testimonianze da condividere sui social.
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Perché queste azioni funzionano?
Perché mettono al centro il legame con le persone, valorizzando Luca come volto e anima del Tripoli. Come dicevo prima: le persone scelgono le persone!
5. Le tattiche che danno vita alla strategia
Le tattiche sono le azioni concrete che trasformano la strategia in realtà. Ogni azione può diventare un’opportunità per raccontare il perché di Luca e rafforzare il legame tra il Tripoli e i suoi clienti. Le tattiche, in questo caso, sono strumenti per valorizzare Luca come persona, rendendo evidente che il successo del locale non si basa solo su cocktail e finger food, ma sull’esperienza offerta da lui e dal suo team.
5.1. Mettere Luca al centro
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- Dietro le quinte. Raccontare momenti di lavoro quotidiano, con Luca e lo staff come protagonista. Questo aiuta a creare un’immagine autentica e avvicina i clienti alle persone dietro il locale.
- Trasmettere la passione attraverso video o post in cui Luca racconta perché ama il suo lavoro, cosa lo ispira e come nasce l’idea dietro una nuova ricetta.
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5.2. Eventi e contenuti che parlano di Luca
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- Serate a tema: proporre eventi che riflettano i gusti e le passioni di Luca. Ad esempio, una Mojito Masterclass, in cui guida i partecipanti nella creazione del cocktail perfetto.
- Coinvolgere i clienti: chiedere ai clienti di condividere i loro momenti preferiti al locale.
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5.3. Pianificare in modo strategico
Le tattiche funzionano solo se supportate da una pianificazione consapevole.
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- Social media con un volto umano: i contenuti non devono parlare solo del locale, ma anche di Luca. Foto e video che lo ritraggono al lavoro o mentre interagisce con i clienti aggiungono un livello di autenticità che non si può replicare.
- Messaggio coerente. Ogni post, evento o promozione dovrebbero riflettere la visione di Luca: creare un luogo dove ogni cliente si sente accolto e valorizzato.
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Perché queste tattiche funzionano?
Perché fanno capire ai clienti che dietro ogni mojito c’è una storia: quella di Luca, delle sue idee e della passione che mette in ciò che fa.
6. Come monitorare e ottimizzare il tuo piano
Anche la strategia migliore ha bisogno di aggiustamenti lungo il percorso. Monitorare i risultati e raccogliere feedback è utile per capire cosa funzione e per correggere il tiro.
6.1. Misurare il successo del personal branding
Le azioni di Luca dovrebbero essere valutate in base al successo commerciale del locale, ma anche riguardo alla sua capacità di costruire un’identità riconoscibile e coinvolgente. Ecco alcune domande chiave per monitorare i progressi:
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- I clienti associano il Tripoli Mojito Time a Luca come persona?
- Le recensioni online menzionano l’accoglienza e l’esperienza, oltre alla qualità dei cocktail?
- I contenuti sui social stanno ricevendo interazioni che mostrano interesse per il racconto e non solo per il prodotto?
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6.2. Strumenti utili per migliorare
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- Social media insights:
- Analizzare quali post ottengono più engagement (like, commenti, condivisioni, salvataggi), per verificare quali temi e formati funzionano meglio.
- Google My Business e recensioni online:
- Monitorare le recensioni e rispondere a tutte con un tono personale, trasformando anche i feedback negativi in opportunità di dialogo. Verificare quante persone scoprono il locale tramite Google e quali azioni compiono (chiamate, visite al sito, richieste di indicazioni).
- Social media insights:
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6.3. Raccogliere e “accogliere” i feedback
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- Coinvolgere i clienti: attraverso sondaggi sui social, per capire cosa apprezzano del locale e cosa migliorerebbero. Chiedere direttamente ai clienti più affezionati un’opinione su eventi, drink, cibo e promozioni.
- Testimonianze spontanee: le recensioni che menzionano Luca come volto del locale sono un indicatore potente che il personal branding sta funzionando!
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6.4. Adattare la strategia per migliorare
La chiave è non fermarsi mai!
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- Espandere ciò che funziona: se i reel con Luca ottengono molte visualizzazioni, dedicare più tempo a quel tipo di formato.
- Sperimentare nuove idee: proporre cocktail esclusivi per i follower sui social; serate tematiche basate sui suggerimenti dei clienti…
- Ottimizzare i contenuti: concentrare gli sforzi su temi e formati che ottengono maggiore successo, senza dimenticare di mantenere la coerenza con il perché di Luca.
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6.5. Misurare il miglioramento
Per monitorare i progressi, occorre definire dei KPI (Key Performance Indicators: indicatori di performance) chiari e facili da verificare. Ad esempio:
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- Coinvolgimento sui social. +20% di interazioni sui post (like, commenti e condivisioni), in 3 mesi. Almeno 3 messaggi privati a settimana, da parte di nuovi clienti che hanno scoperto il locale online.
- Crescita della reputazione online. Aumento delle recensioni su Google e TripAdvisor, puntando ad almeno 50 nuove recensioni in 6 mesi. Se il 30% di queste recensioni menzionano Luca o il team, significa che il personal branding sta funzionando.
- Fidelizzazione e passaparola. Incremento del 15% nel ritorno dei clienti abituali (misurabile con promozioni o programmi fedeltà). Almeno 10 nuovi clienti al mese, che menzionano di essere arrivati tramite suggerimenti di amici o social media.
7. Conclusione
Il personal branding non è solo per chi lavora come consulente o creativo: è una risorsa preziosa anche per un locale, come il Tripoli Mojito Time, un negozio, un artigiano… Raccontare la propria passione e il proprio perché è il modo migliore per distinguersi in un mercato dove spesso si
sceglie solo in base al prezzo. Quando le persone si connettono con la tua storia, con la cura che metti in ciò che fai, tornano. E portano amici.
Ricapitolando:
- Parti dal tuo perché: definisci il motivo che guida il tuo lavoro e rendilo il cuore della tua strategia.
- Presidia i canali giusti, comunicando chi sei e cosa rappresenti, sia sui social che nelle interazioni quotidiane con i clienti (coerenza!).
- Monitora, ascolta e migliora. Osserva cosa funziona e cosa no, adattando le tue azioni per continuare a crescere.
E per approfondire…
Se anche tu vuoi partire dal perché, ti consiglio Partire dai Perché di Simon Sinek. È un libro che spiega come una motivazione chiara possa guidare ogni tua decisione. Lo trovi su Amazon (e sì, se usi questo link mi arrivano due spicci: grazie! 😉).
Se non hai idea di chi siano Luca e il Tripoli Mojito Time:
Luca Corsi: Instagram
Tripoli Mojito Time: Instagram – Facebook – TripAdvisor
Immagine principale del post rubata dal Facebook di Luca